A me che me ne frega

Nelle sedi opportune ho imparato che dentro ognuno di noi albergano tre figure, spesso in combutta tra loro: il genitore, l’ adulto e il bambino. Bene, la scorsa volta mio figlio mi ha fatto riflettere con una sua risposta. È tornata la sorella a casa e gli ha comunicato di aver visto dei serpenti al negozio degli animali. Lui ha risposto un secco: ma a me che me ne frega? Si è azionato in me il genitore, non normativo, ne distruttivo, bensì affettivo. Ho detto: ma figlio mio come rispondi a tua sorella che voleva comunicarti qualcosa di bello che aveva vissuto, voleva raccontarti e raccontarsi . Lui ha risposto da adulto: questo che significa mamma, che allora nella vita devo sempre stare a sentire cose che non mi interessano ? Dentro di me si è attivato il bambino. Ho riso sotto i baffi, perché quel cinismo, se ci pensate è veritiero, è reale. Avrei potuto rispondere che si, che doveva stare a sentire anche cose che non gli interessavano per far contenti gli altri. Non mi è venuto di suggerirgli di non essere se stesso, di sforzarsi, di fingere. Ho riso dentro , perché in fondo in fondo credo lui abbia ragione.